In capo ad una giornata nella quale il Foggia ha rinunciato all’iscrizione in serie C, scomparendo per la seconda volta in sette anni dal calcio professionistico, non è mancata anche la notizia del possibile colpo di scena: imprenditori campani avrebbero pagato la fideiussione per garantire l’iscrizione.
Notizia rilanciata dal Corriere dello Sport che, però, non trova conferme nelle stanze della Lega di serie C. la certezza, al momento, accompagnata dalla delusione di una città che ha vissuto in trepidante attesa gli ultimi giorni, è che il Foggia scompare dalla geografia del calcio che conta. Una fine rovinosa dopo la retrocessione sul campo che in pochi avrebbero pronosticato ma molti avevano subodorato. Certo, come ha spiegato anche il sindaco di Foggia, Franco Landella, il disimpegno della famiglia Sannella (che aveva messo in vendita al prezzo simbolico di un euro la società) è arrivato tropo a ridosso della scadenza per l’iscrizione alla serie C. Per questo il tempo è stato fin troppo risicato per cercare di mettere insieme una nuova cordata di imprenditori che garantissero il milione di euro necessario per non scomparire. E tutto sembrava volgere ad una soluzione positiva (almeno questi erano i segnali arrivati nel fine settimana), salvo trovarsi di fronte ad una montagna da scalare nella giornata di martedì. Il Foggia ha gettato la spugna prima della scadenza per presentare la documentazione dell’iscrizione. Dai proclami di una serie A da conquistare in due anni (parole del direttore sportivo, Nember) alla beffa di dover ripartire dai dilettanti, il passo è stato breve e doloroso. Adesso si cerca di scrutare l’orizzonte è capire se il Foggia potrà ricominciare dalla serie D: un paracadute già utilizzato nel 2012, appena sette anni fa. Per questo c’è chi teme che, addirittura, si possa ripartire dall’Eccellenza: ipotesi difficile ma che non va escluse a priori.