san marco in lamis

I video girati a San Marco in Lamis, paese del foggiano, stanno facendo il giro del web dopo che, ieri sera, un centinaio di persone hanno assistito – davanti al sagrato della chiesa di Maria Santissima Addolorata – alla preghiera della Vergine recitata da don Matteo Ferro.

Assembramenti e nessun rispetto delle misure anti-contagio, nonostante il primo decesso in Puglia da Covid19 sia avvenuto proprio nella cittadina sui monti dauni.

Molti cittadini hanno immortalato la scena con i propri cellulari. In pochi minuti i video hanno fatto il giro della rete. Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini di eventuali telecamere di sicurezza: “Stiamo raccogliendo tutti i filmati circolati nelle ore immediatamente successive la celebrazione religiosa al fine di verificare eventuali responsabilità”, ha detto il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro.

E annuncia: “A breve apriremo un’inchiesta”. “Il nostro scopo è quello di ricostruire l’accaduto – aggiunge – per accertare eventuali responsabilità di tipo omissivo. Di sicuro c’è stata una violazione delle misure anti-contenimento da virus Covid”. E in mattinata sono arrivate anche le scuse del sindaco Michele Merla: “E’ stato complicato, avrei dovuto interrompere quel momento di preghiera. Lo so, ho commesso un errore”. “Ho accettato l’invito a partecipare alle celebrazioni religiose di don Matteo specificando che non dovessero prender parte i fedeli – sottolinea -. Poi, quando abbiamo iniziato a pregare, le persone che abitavano in zona sono scese in strada.

A quel punto avrei dovuto interrompere il rito religioso ma non l’ho fatto, e mi assumo le responsabilità. Già nella serata di ieri – ammette il sindaco – sono stato contattato dal prefetto di Foggia e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ai quali ho spiegato le mie ragioni”. Ieri sera, tra le tante giustificazioni date a favore di camera di alcuni cellulari il sindaco, infatti, ha affermato che “La manifestazione delle fracchie con la madonna Addolorata è nel nostro DNA e non vogliamo che questa tradizione si interrompa”.

Particolare che non è sfuggito a tutti gli altri sammarchesi che si sono scatenati sui commenti social amari e agguerriti, contro una scelta – a detta dei cittadini – “senza senno e fuori legge”.