È stato quantificato in circa un milione di euro l’ammontare dell’illecito profitto ottenuto da una presunta associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e alla ricettazione di numerose auto di alta gamma commerciale attraverso il metodo della “falsa nazionalizzazione”, smantellata oggi dalla Polizia stradale di Taranto. L’attività investigativa ha consentito di arrestare otto persone e di denunciarne altre 53 in stato di libertà, coinvolte a vario titolo.
Nel corso nelle indagini, cominciate nel 2018, sono state sequestrate sedici auto di alto valore commerciale e sono stati eseguiti sequestri di fascicoli di nazionalizzazione di vetture presso le Motorizzazioni Civili di Napoli, Palermo e Lecce. Gli indagati avrebbero utilizzato dati apparentemente genuini di vetture circolanti in altri Paesi comunitari, come la Francia, per procedere alle nuove immatricolazioni in Italia con l’utilizzo di documenti di circolazione estera contraffatti. La presunta organizzazione criminale, secondo gli inquirenti, era capeggiata da due tarantini e un napoletano. Questi avevano ramificazioni in tutta la Puglia, Campania e Sicilia.
Alcuni indagati avevano il compito di intestare a società di rivendita auto locali alcune delle autovetture fraudolentemente sottratte a società di noleggio e immatricolate con il metodo delle false nazionalizzazioni. Altri componenti, ritenuti di “spiccata caratura criminale” agivano da intermediari per la vendita delle vetture oggetto di riciclaggio o, a volte, le acquistavano in proprio, per poi rivenderle a fini di lucro. Un ruolo determinate sarebbe stato svolto da agenzie di pratiche automobilistiche, che hanno messo ” a disposizione – come spiegato dal dirigente della Polstrada Nicola Manzari – le proprie competenze tecniche consentendo di nazionalizzare le auto con documenti esteri falsi”.