Eccesso di mortalità della popolazione residente connessa alle esposizioni industriali, 600 casi congeniti, registrati tra il 2002 e il 2015, di bambini malformati, 173 poi, nello stesso arco di tempo, i tumori maligni riscontrati tra i giovani. Sono i dati, diffusi dallo studio epidemiologico Sentieri che riguardano Taranto, città sede dell’ex Ilva.
La conferma della mortalità in eccesso, registrata nel capoluogo jonico, è arrivata da una attenta analisi pubblicata online dalla rivista dell’associazione italiana di epidemiologia.
Nello specifico è stato riscontrato un aumento dei decessi (dal 2006 al 2013), nella popolazione residente, legato all’insorgenza del tumore del polmone, del mesotelioma della pleura e delle malattie dell’apparato respiratorio. Dati che sarebbero strettamente connessi alle esposizioni del siderurgico.
Inoltre, dallo stesso studio, è emerso come, tra il 2002 e il 2015, siano stati oltre l’eccesso (in particolar modo 600) i casi congeniti di bambini malformati.
E nello stesso arco di tempo, nel sito di interesse nazionale di Taranto, sarebbero stati riscontrati 173 casi di tumori maligni nei giovani (fino ai 29 anni), dei quali 39 registrati in età pediatrica e 5 nel primo anno di vita.
Lo studio ha confermato, dunque, i danni sanitari subiti dalla popolazione, a causa dell’inquinamento ingenerato dal siderurgico ex Ilva.