Mittal sicurezza

Ennesimo incidente avvenuto nello stabilimento ArcelorMittal di Taranto. Da una  gru si sono staccati pinza e bozzello. Il pesante carico è caduto al suolo. Nessun ferito.

Comunque, l’unione sindacale di base ha parlato di “un’altra tragedia sfiorata”, dopo la morte di Cosimo Massaro, l’operaio precipitato in mare, il 10 luglio scorso, mentre era al lavoro a bordo di una gru.

E questa volta “solo per una casualità non sono stati coinvolti gli operai- ha denunciato  il sindacato- perché pochi minuti prima la stessa gru stava caricando i rotoli su un camion e successivamente si apprestava a liberare la linea. Aree, queste, interessate solitamente dall’attività dei lavoratori”.

Ed è stata per questo sempre l’usb di Taranto a gridare a gran voce come gli impianti dello stabilimento siderurgico debbano essere fermati:

“Non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie affinché possano svolgersi le normali attività dei lavoratori perché gli impianti versano in uno stato vetusto, fatiscente e non vengono sottoposti ad operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria- ha proseguito il sindacato-la fabbrica che cade a pezzi va fermata altrimenti piangeremo altri morti”.

Intanto risultano otto gli indagati per la morte di Cosimo Massaro. L’operaio di Arcelor Mittal che il 10 luglio scorso è precipitato in mare, mentre era al lavoro a bordo di una gru e il cui corpo è stato recuperato, sabato scorso, ormai privo di vita.

I primi avvisi di garanzia sono stati notificati a dirigenti e capi reparto del siderurgico tarantino. I reati contestati sono quelli di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e omicidio colposo.

Nello specifico, secondo l’accusa,  avrebbero a vario titolo consentito che

“i lavoratori utilizzassero apparecchiature di sollevamento (come le gru di banchina), non adatte all’uso previsto, anche a causa della mancata installazione sulle stesse, di meccanismi tali da prevenire eventuali infortuni sul lavoro”.

Gli indagati sono:

L’ingegnere Stefan Van Campe, datore di lavoro e gestore dell’unità produttiva per ArcelorMittal Italia dello stabilimento del capoluogo jonico, Vincenzo De Gioia, capo Divisione Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti, Carmelo Lucca, capo Area Sbarco Materie Prime dello stabilimento, Giuseppe Dinoi, capo Reparto di esercizio, Domenico Blandamura, capoturno di esercizio del IV sporgente, Stefano Perrone, membro della squadra di esercizio del IV sporgente, Mauro Guitto, capo del Reparto manutenzione meccanica di ArcelorMittal e Andrea Dinoi, capo del Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica.

Nell’area dell’ennesimo incidente di Taranto è scattato subito il sequestro. Questo subito dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Taranto. L’obiettivo, quello di far luce sulla dinamica dell’incidente e accertare le eventuali responsabilità.  A coordinare le indagini, è il procuratore Carlo Maria Capristo assieme ai pm Filomena Di Tursi e Raffaele Graziano.

Intanto, sul fronte del futuro del siderurgico tarantino, si attendono i risvolti del nuovo vertice in programma al Ministero dello Sviluppo Economico. Incontro convocato dal vicepremier Luigi Di Maio aperto ai sindacati, dai metalmeccanici alla categorie lavorative interessate alla fabbrica.

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