La Regione Puglia si è affidata all’organizzazione mondiale della sanità per avere un quadro chiaro, in un anno, sullo stato di salute di Taranto (la città che convive da 50 anni con il siderurgico ex Ilva e che da 30 anni è considerata area ad alto rischio ambientale).
L’accordo di collaborazione è stato annunciato a Roma, a Montecitorio. “È una decisione politica- ha commentato il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, nel corso della presentazione dell’intesa- Se si deve decidere che la fabbrica deve proseguire e con quale tecnologia, dovremmo farlo sulla base della valutazione dell’organizzazione mondiale della sanità. Se non è compatibile con la salute umana- ha proseguito il Presidente della Regione, Emiliano- sarà sempre l’Oms a dircelo”.
L’operazione, dal costo di 140mila euro, prevede la valutazione in maniera scientifica di tre scenari: quello attuale (con l’autorizzazione integrata ambientale); quello che prende in esame le migliori tecnologie; infine lo “scenario zero” con impianto spento e senza emissioni.
I risultati dello studio si dovrebbero avere entro un anno. “Partiremo da una ricognizione di tutto il lavoro fatto perchè ci sono molteplici attori e istituzioni che hanno sviluppato conoscenze e competenze- ha spiegato Francesca Racioppi, direttore del centro europeo salute e ambiente dell’Organizzazione- Poi lavoreremo insieme ai colleghi che operano in questo campo per poter mettere insieme gli scenari ipotizzati che ci aiutano a capire quali effetti si potranno avere se andiamo in una certa direzione”.
La decisione della Regione, di affidarsi all’Organizzazione mondiale della sanità, per avere un quadro chiaro dell’impatto ambientale, è arrivata anche dopo la diffusione, da parte dell’Arpa, dei dati sull’inquinamento con riferimento al denunciato superamento dei valori soglia delle collinette ecologiche dell’ex Ilva.
Dura la posizione del Governatore della Puglia che ha dichiarato: “Se la fabbrica non fosse mai esistita sarebbe stato meglio per tutti”. “Non ha portato vantaggi a Taranto- ha proseguito Emiliano- hanno lavorato tante persone ma probabilmente avrebbero fatto altro”.