“Non ho la soluzione in tasca ma faremo di tutto per trovarla. Ho visto una comunità ferita. Non vi abbandoneremo”. Sono le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, nel corso della sua lunga visita a Taranto terminata all’una di notte. Il premier si è recato nel capoluogo jonico alla luce delle ultime vicende che toccano da vicino la città, con ArcelorMittal che ha avviato le procedure per il disimpegno, avanzando la richiesta di 5mila esuberi per proseguire nella gestione dell’ex Ilva. Ma anche per raccogliere le rimostranze di una comunità che da anni convive con la grave problematica dell’inquinamento ambientale.
Il Presidente del Consiglio, ha così incontrato, fuori dai cancelli dello stabilimento prima la folla inneggiante la chiusura del siderurgico. Ha così ascoltato le storie di operai in cassa integrazione, disoccupati, ambientalisti, genitori di bimbi malati e donne che hanno avuto un lutto in famiglia connesso all’inquinamento ambientale. Ha visitato quindi l’altoforno numero 2, quello sottoposto a sequestro dopo la morte dell’operaio Alessandro Morricella. Poi ha avuto un confronto con lavoratori e sindacati nel consiglio di fabbrica dello stabilimento. Subito dopo si è recato in Prefettura per incontrare il procuratore Carlo Maria Capristo e i sindaci dell’area tarantina. Infine la visita del Premier Conte si è conclusa nel rione “Tamburi”, il quartiere più esposto alle emissioni del siderurgico.
Le associazioni ambientaliste hanno quindi voluto consegnare al Presidente del Consiglio una copia del “Piano Taranto” con le richieste avanzate di chiusura delle fonti inquinanti e la bonifica del territorio con il reimpiego degli stessi operai con l’obiettivo di sviluppare una economia alternativa.
La sfida difficile da dover affrontare è quella di riuscire a coniugare la salvaguardia dei posti di lavoro con la tutela ambientale. E il Premier Giuseppe Conte ha assicurato come il “sistema-Paese”, in tal senso, farà di tutto per trovare una soluzione.
Il servizio di TrNews.