La Procura della Repubblica di Foggia ha aperto un’inchiesta conoscitiva, senza ipotesi di reato, in merito ai fatti accaduti a San Marco in Lamis, nel foggiano, dove il 27 febbraio scorso è deceduto un 75enne risultato positivo al coronavirus dopo i funerali che si sono svolti, il 3 marzo scorso, alla presenza di oltre 300 persone, alcune delle quali già sottoposte a quarantena.

 

L’emergenza riguarda l’area tra San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico, per la quale ieri il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha detto di temere che possa scoppiare un focolaio, come accaduto in Lombardia nella zona di Codogno, e per questo motivo ha chiesto al governo Conte di far scattare la “zona rossa” per limitare i contagi. “Il cordone sanitario appare ormai saltato: tutto ha avuto inizio da un errore catastrofico che sarebbe stato compiuto da un medico legale”, ha ammesso, preoccupato, Emiliano.

Ma il procuratore Ludovico Vaccaro, ha chiarito che bisognerà “aspettare di avere gli esiti degli accertamenti effettuati dagli inquirenti prima di poter parlare di una ipotesi di reato”. Dopo il decesso dell’anziano il corpo è stato portato all’ospedale di San Severo e poi nella sala mortuaria di San Marco in Lamis. Il 3 marzo, poche ore prima che si conoscesse l’esito del tampone, sono stati celebrati i funerali.

Solo dopo il Policlinico di Bari ha comunicato la positività al coronavirus, ma era troppo tardi. Al funerale dell’uomo, che era molto conosciuto, hanno partecipato centinaia di persone che si sono stretti la mano e abbracciati. La Asl di Foggia, intanto, sta contattando tutte le persone che hanno preso parte al funerale del pensionato chiedendo contezza sulle loro condizioni di salute.

Al momento sono una settantina le persone sottoposte a sorveglianza sanitaria e quattro le persone in quarantena che hanno avuto contatti con l’uomo deceduto: a San Marco in Lamis, al momento, non ci sono nuovi casi di contagio.