“E’ una catastrofe per la Puglia e per l’Italia”. Parole che pesano come macigni quelle del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, in un’intervista sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno. Il governatore parla della ormai prossima cassa integrazione (che partirà dal primo luglio) chiesta da Arcelor Mittal per 1.400 lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Taranto.
Decisione sulla quale Emiliano aveva chiesto, nelle ore immediatamente successive all’annuncio, un ripensamento da parte di Mittal e che a distanza di pochi giorni definisce una catastrofe per la Puglia e per l’Italia. Il presidente della regione, inoltre, rivela che lo scorso 20 maggio aveva incontrato l’amministratore delegato di Arcelor Mittal, Matthie Jhel e in quell’occasione non era emerso nulla che lasciasse presagire la richiesta di cassa integrazione. “Non mi era stato detto nulla – dichiara Emiliano – di quanto stava per accadere e questo mi fa avanzare due ipotesi: o il management di Arcelor in Italia non conta nulla o è stato scorretto”. Se da una parte Mittal annuncia la cassa integrazione per 1.400 lavoratori per fronteggiare la contrazione del mercato dell’acciaio, dall’altra comunica di aver completato la copertura della discarica di rifiuti non pericolosi “G2” che si trova nell’area Mater Gratie. Per Arcelor è un altro importante tassello del piano ambientale e conferma l’impegno dell’azienda a realizzare investimenti che solo sul fronte della sostenibilità valgono 1,15 miliardi di euro.