Spaccare una provincia, non solo territorialmente ma anche politicamente, colorando quattro comuni con l’arancione e lasciando il resto de territorio in zona gialla, probabilmente è l’ultimo capolavoro, al contrario del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Quanto mai ondivago e spesso contradditorio nell’affrontare questa pandemia da coronavirus che, nella seconda ondata, ha fatto della Puglia una delle regioni più colpite (lo dicono i dati e quel rapporto percentuale tra test effettuati e nuovi positivi, tra i peggiori d’Italia, lo gridano gli operatori sanitari dagli ospedali sempre ad un passo dal collasso definitivo, lo ribadiscono i gestori delle Rsa diventati focolai in questo autunno di emergenza).
L’ultima prodezza di Emiliano è stata quella di spaccare il fronte dei sindaci della Bat: è una delle province (insieme a quella di Foggia) per le quali era stata auspicata la zona rossa dallo stesso presidente della Regione, smentito dalle ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza: che due settimane fa ha lasciato la Puglia in zona arancione e venerdì scorso l’ha addirittura promossa in zona gialla.
Nonostante i numeri (che probabilmente non sappiamo leggere come gli scienziati e i tecnici) e quelle richiesta di rigore arrivate dagli operatori sanitari. I sindaci della Bat, però, le loro preoccupazioni per quell’allentamento delle misure lo hanno ribadito al presidente Emiliano, chiedendo un ritorno alla zona arancione. Richiesta accolta ma con una mossa che ha spaccato il fronte dei sindaci e fatto salire la rabbia degli operatori economici: l’ordinanza con la quale da oggi, 8 dicembre, non solo quattro comuni della Bat (Andria, Barletta, Bisceglie e la lontana Spinazzola), quattordici della provincia di Foggia e i comuni di Gravina e Altamura, è stata firmata nel pomeriggio di lunedì con effetto immediato (in pratica dalla mezzanotte dell’8 dicembre).
Un atto che smentisce quello deciso dalla riunione con i sindaci della Bat e degli altri primi cittadini che chiedevano misure più restrittive: Emiliano aveva assicurato che il provvedimento sarebbe entrato in vigore dal prossimo fine settimana e, anche alla luce di ciò, gli operatori economici e i ristoratori si erano mossi per lavorare in questo ponte dell’Immacolata. L’istituzione della zona arancione, poi, era ipotizzata per tutta la Bat (come chiesto dai sindaci) ed invece, la diversa colorazione (quattro arancioni e sei gialli), divide i primi cittadini, riaccende un campanilismo del quale avremmo fatto a meno in questo momento e lascia interdetti anche i più rigoristi. Durante questa pandemia si chiede chiarezza anche nei provvedimenti, non giravolte politiche o passi avanti e passi indietro neanche stessimo a giocare ad un, due, tre stella.