Michele Emiliano prende tempo (ancora qualche ora, ribadisce ai nostri microfoni) per decidere con chi sostituire in Giunta il dimissionario assessore all’agricoltura, Leonardo Di Gioia.
La cui uscita di scena dall’esecutivo avverrà nella giornata di venerdì 5 luglio: dimissioni presentate l’altro ieri ma differite di qualche giorno per potare partecipare, come ha spiegato lo stesso Di Gioia nella sua lettera, a due audizioni presso la Camera dei deputati per conto della Conferenza dei Presidenti delle Regioni su questioni agricole. Questioni che, in Puglia, sono state il Vietnam di Di Gioia: dall’emergenza xylella, passando per la declaratoria per le gelate del 2018, sino arrivare ai ritardi sul piano di sviluppo rurale. Questioni che, a giudizio del presidente Michele Emiliano, hanno sfibrato il suo ex assessore.
Ma dietro le dimissioni di Leonardo Di Gioia ci sarebbero altre motivazioni: all’ex assessore, già superato a destra da Emiliano sulla gestione della protesta dei gilet arancioni e del mondo agricolo nei mesi scorsi, non sarebbero andate già le nomine all’Arif. Poi ci sarebbe anche la chiave di lettura tutta politica: il sostegno, alle ultime elezioni europee, di Di Gioia al candidato della Lega, aveva creato più di un malumore nella maggioranza di centro sinistra alla Regione. C’è chi aveva chiesto ad Emiliano di richiamare all’ordine Di Gioia, che invece ha giocato d’anticipo salutando l’esecutivo a dieci mesi dal voto regionale. E chissà che non possa approdare proprio nella Lega, sfidando la coalizione con la quale ha governato per quasi cinque anni.