Dal 7 luglio la Puglia è in saldo, la tanto attesa caccia allo sconto è iniziata, per i clienti una vera soddisfazione per gli esercenti meno. Percentuali in mostra, percentuali decurtate dal costo originario, calcolatrici per ritoccare il prezzo; i negozi sicuramente nel primo weekend di saldi giungeranno a saturazione, con gli scaffali alleggeriti ma con qualche riflessione che lascia i titolari perplessi. È giusto applicare la scontistica quando la stagione estiva inizia ad entrare nel vivo? Occorrerebbe rivalutare la percezione temporale dei saldi, rinominarli saldi di esordio stagione e non di mezzo, acquisti facilitati per capi estivi magari appena esposti in vetrina. D’altro canto se c’è chi attende la discesa dei prezzi, magari per acquistare una quantità maggiore di merce, scegliendo di non optare per il prezzo pieno, e quindi riducendo le prospettive di guadagno di negozi e attività, dall’altro i portafogli generali sono reduci scottati di una stagione caratterizzata dall’inflazione ruggente. Anche se beni alimentari e fatture energetiche hanno toccato le stelle, l’occasione promozionale va colta come fattore di stimolo per l’economia locale pugliese.
I dati Codacons prevedono che ogni nucleo familiare spenderà in media 227 euro a persona, da destinare a capi da abbigliamento, accessori o calzature, con il 61% della popolazione in vena di acquisti. A discrezionalità del venditore, i capi in saldo si potranno sostituire, se però privi di danneggiamento. Il cartellino va tenuto d’occhio.
Secondo il codice dei Consumi, il prezzo normale e quello scontato, devono necessariamente essere messi in mostra e la percentuale di sconto dovrebbe essere applicata al prezzo precedente più basso raggiunto nei 30 gg precedenti alla vendita in saldo. Un apposito forum è stato aperto sul sito del Ministero delle Imprese e Made in Italy per rispondere a domande e dubbi di associazioni di categoria e acquirenti.
Anche se la diatriba tra saldi sì e saldi no non si pacificherà mai, forse solo con un tavolo tecnico istituito dalla giunta regionale, che metta introno e d’accordo esercenti e consumatori, l’importante è che i saldi siano trasparenti.