Cinquantacinque milioni di euro: è questa la cifra spesa dalla Regione Puglia, attraverso la protezione civile regionale, per l’acquisto dalla Cina dei dispositivi di protezione individuale.
E’ stato il direttore del dipartimento di Protezione civile, Mario Lerario, a fornire i dettagli nel corso dell’audizione in prima commissione consiliare e rispondere alle richieste di chiarimenti dei consiglieri presenti.
Ma la comunicazione della cifra impegnata per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale non chiarisce tutti i dubbi sollevati in particolare dai consiglieri delle forze d’opposizione, sulla gestione di questo aspetto dell’emergenza sanitaria da parte del governo regionale. Perché se da una parte, come ufficializzato dal direttore del dipartimento di Protezione civile, Mario Lerario, la Puglia ha speso 55 milioni di euro, dall’altra nulla è stato detto, sottolineano i consiglieri d’opposizione, sui dodici milioni di pezzi consegnati sino ad oggi dalla Protezione civile nazionale a quella pugliese.
E non poca sorpresa ha provocato il sapere che il materiale acquistato dalla Cina, consentirà di coprire il fabbisogno della sanità pugliese per altri tre mesi. Nel corso dell’audizione il direttore Lerario ha spiegato che la Protezione civile pugliese ha ricevuto donazioni per otto milioni e settecentomila euro e che la Puglia ha prestato, parole di Lerario, trentamila dispositivi di protezione individuale a Lazio e Sardegna.
Sull’acquisto dei Dpi fatto dalla Regione, i consiglieri di Fratelli d’Italia hanno chiesto l’accesso agli atti che anche oggi, nel corso dell’audizione, è stato negato dal direttore Lerario: il faldone di documenti è corposo ma il personale della Protezione civile pugliese è risicato. Ammissione quest’ultima sulla quale hanno manifestato preoccupazione, in maniera bipartisan, i consiglieri di maggioranza e opposizione.