Da una parte l’annuncio del ministro per lo sviluppo economico, Luigi di Maio (abbiamo tolto l’immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di poter godere di alcune esimenti legate a reati ambientali), dall’altra la protesta delle associazioni ambientaliste contro la visita del vice premier e di altri quattro ministri. In Prefettura a Taranto, Luigi Di Maio presiede il tavolo permanente per il contratto istituzionale di Sviluppo e prima di cominciare i lavori annuncia l’abolizione dell’immunità penale per la vicenda Ilva e fissa nel 24 giugno la prossima data nella quale sarà in città per vedere se quello che è stato deciso nella riunione odierna avrà avuto il suo seguito. Perché, spiega il ministro per lo sviluppo economico, c’è un miliardo di euro che non si sta spendendo per Taranto.
Il vice premier annuncia anche la fase due dell’ex Ilva con i tre nuovi commissari: si lavorerà per gli investimenti nelle bonifiche ambientali e nel liquidare le aziende che aspettano i soldi della precedente gestione del siderurgico. Parla riconversione economica Di Maio anche se sa che sul tema i tarantini sono più che scettici. Lo dimostrano le proteste, anche se tenute a distanza, degli ambientalisti: “Ci avevano promesso che avrebbero chiuso l’Ilva e non l’hanno mantenuta” è la sintesi della contestazione. Per il portavoce dei Verdi, Luigi Bonelli, quella del ministro Di Maio a Taranto è sgradevole propaganda, visto che l’immunità penale per i manager ex Ilva non è più efficace dal 30 marzo. Sul provvedimento inserito nel decreto crescita, invece, si dichiara attendista il presidente della Regione, Michele Emiliano: “Aspetto di vedere in che cosa consiste la norma” scrive su facebook.