Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta italiana lungo l’Adriatico. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca in occasione dell’avvio del provvedimento per risparmiare le risorse del mare.
Il fermo pesca – sottolinea la Coldiretti – bloccherà infatti le attività dei pescherecci per 30 giorni consecutivi da Bari a Manfredonia dal 29 luglio fino al 27 agosto. Per quanto riguarda il Tirreno lo stop scatterà da Brindisi a Roma dal 9 settembre all’8 ottobre. Ma il giudizio resta negativo perché continua a non rispondere alle esigenze della sostenibilità delle principali specie della pesca nazionale.
La novità di quest’anno è l’aggiunta ai periodi di fermo fissati, ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni – decisi direttamente dai pescherecci – a seconda dalla zona di pesca alla quale sono iscritti.
“Con il fermo pesca, in un Paese come l’Italia che importa dall’estero 8 pesci su 10, aumenta il rischio di ritrovarsi nel piatto un prodotto straniero o congelato e spacciato come italiano, soprattutto nel settore della ristorazione dove non c’è l’obbligo di etichettatura – ha denunciato il presidente di Coldiretti, Savino Muraglia -. Questo ha determinato negli anni in Puglia un crollo della produzione, la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18 mila posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27 al 33 per cento”.
La crisi del settore ittico si trascina da 30 anni e la produzione ittica è da anni in calo non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dall’attività tradizionale di cattura. Il consiglio di Coldiretti, dunque, è di verificare sul bancone l’etichetta e verificare l’area di pesca.