Prima venivano proposti alla Regione Puglia piani di investimento artatamente gonfiati, poi venivano documentati costi fittizi con fatture per operazioni inesistenti. È lo stratagemma scoperto dalla guardia di finanza, durante le indagini coordinate dalla procura di Bari, che ha portato a disvelare un sistema truffaldino messo in campo da 17 persone fisiche e 10 aziende del Barese site a Putignano, Castellana Grotte, Monopoli e Bitonto. L’accusa è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Due società sono state segnalate per responsabilità dipendente dei reati ipotizzati. Le fiamme gialle hanno accertato l’indebita percezione di contributi “a fondo perduto” e “finanziamenti agevolati” per circa 550 mila euro erogati dalla Regione Puglia attraverso Programmi Operativi Regionali 2014-2020 e co-finanziati dall’Unione Europea. Questi utilizzando i Fondi di sostegno per le nuove iniziative d’impresa – i cosiddetti bandi “Nidi” – nella fase istruttoria proponevano all’Ente erogatore piani di investimento artatamente gonfiati, attraverso l’utilizzo di preventivi falsi, in quella esecutiva, invece, dopo aver avuto accesso a contributi e finanziamenti, venivano documentati costi fittizi o superiori a quelli realmente sostenuti con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, quantificate per oltre 650 mila euro. A conclusione dell’attività investigativa è stato dato avvio al procedimento di revoca e recupero dei finanziamenti e contributi indebitamente percepiti ed è stato segnalato il relativo danno erariale alla procura generale della Corte dei Conti di Bari.