I Carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni e Fasano hanno svolto alle prime luci dell’alba una delicata operazione in numerosi comuni della provincia di Lecce, Taranto, Foggia e Trani.
22 le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di altrettanti indagati a vario titolo per reati riconducibili all’associazione di tipo mafioso, attività di narcotraffico, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, in diversi casi reiterati con l’uso della forza e quindi violenza privata, lesioni personali, danneggiamento seguito da incendio. A disporre le misure cautelari il GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Dda.
L’attività investigativa avrebbe preso il via dal settembre dello scorso anno , ed avrebbe portato a numerosi arresti in flagranza oltre al sequestro di ingenti quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana per un totale di 50 kg e armi da fuoco.
La Dda di Lecce attraverso pedinamenti e intercettazioni, mappatura e sondaggi delle zone rurali utilizzate dagli indagati per l’interramento del materiale illecito, hanno ricostruito l’ascesa al potere per il controllo del territorio da parte dell’indiziato Gianluca Lamendola, membro di una famiglia già al vertice della Sacra Corona Unita, avvenuta con metodi spesso cruenti.
Stando alle ricostruzioni sarebbero da attribuirsi a lui e ai suoi sodali numerosi episodi di pestaggi, sequestri di persona, agguati e tentati omicidi.
A rendere difficili le indagini degli inquirenti il clima di omertà imposto dall’atteggiamento violento della banda criminale
Molti gli imprenditori locali, costretti a versare somme pari a 500euro mensili, per scongiurare eventuali ritorsioni.
Somme che venivano riciclate nel settore delle concessionarie, automobilistico o redistribuiti alle famiglie degli affiliati, oppure interrate nelle basi operative di campagna.
Un sodalizio criminale ben radicato su tutta la regione, che contava sull’approvvigionamento degli stupefacenti anched alle piazze di Bari e Foggia
L’operazione odierna ha per questo raggiunto un’area vastissima, da Fasano, S. Vito i Normanni, Trani, Corato, aree scandagliate con l’ausilio dello squadrone eliportato cacciatori “Puglia” e del nucleo cinofili di Bari e Potenza.
Il gruppo poteva contare su un estremo rigore interno di rispetto dei rituali di affiliazione, dogmi presi alla lettera dagli uomini di onore, punibili anche con punizioni corporali per creare un clima di tensione interno.