La crisi del mercato del diesel da una parte – in perdita al 90 per cento entro il 2030 in tutta Europa – e la necessità della Bosh di avviare una riconversione produttiva, dall’altra la necessità di tutelare 620 posti di lavoro su 1840 lavoratori impiegati. È la situazione che sta vivendo lo stabilimento di Modugno che, ieri, è stato al centro di un tavolo convocato a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico.
Durante l’incontro – presieduto dal vicecapo di gabinetto, Giorgio Sorial – la Bosh, pur confermando le criticità della produzione legate al trend di discesa delle quote di mercato delle auto diesel, ha informato che è stato avviato un piano di investimenti di circa 40 milioni di euro per i prossimi anni. La deputata Francesca Ruggiero del Movimento 5 Stelle, che ha partecipato alla riunione, ha riferito che “Il piano prevede nuove produzioni nell’ambito dei motori a benzina e in settori diversi dall’automotive, come le e-bike. Tutto ciò dovrebbe consentire di ridurre il numero di esuberi previsti entro il 2022”. “Il piano di investimenti necessita di essere sostenibile nel breve e nel lungo periodo – ha sottolineato Sorial -. La diversificazione delle produzioni previste per il sito pugliese deve tener conto del globale processo di trasformazione in atto nell’intero settore automotive. Il Ministero è pronto a definire insieme alle parti interessate un contratto di sviluppo che supporti il rilancio del sito di Modugno. Rilancio che deve poter contare sul trasferimento di alcune linee produttive ora realizzate dal gruppo Bosch all’estero presso l’azienda italiana”. “Continueremo a lavorare per ridimensionare gli esuberi, i lavoratori hanno fatto già troppi sacrifici”, ha concluso la Ruggiero. C’è la volontà anche dal governo regionale pugliese – sottolineata dalla presenza dell’assessore Mino Borraccino – di sottoscrivere un apposito accordo di programma che consenta a Bosh di realizzare il suo Piano Investimenti, garantendo anche un cofinanziamento regionale”. La Regione avrebbe quindi chiesto a Bosch di investire “con coraggio nella riconversione dello stabilimento di Bari/Modugno, in un’ottica di nuova politica industriale più aderente alle nuove richieste del mercato”, ma in modo da “preservare tutti i posti di lavoro”. Intanto, a Bari, le sigle sindacali di Fim e Cisl, hanno chiesto un incontro affinché la disponibilità a sostegno dei lavoratori della Regione Puglia passi dalle parole ai fatti.