Silenzio in aula, 9 consiglieri presenti e 24 assenti, il consiglio comunale di Barletta che avrebbe dovuto portare all’approvazione delle linee programmatiche di mandato 2018-2023 non si è celebrato per mancanza del numero legale, aprendo di fatto un nuovo periodo di forte fibrillazione all’interno della coalizione del Buon Governo. L’elezione del presidente del consiglio Sabino Dicataldo lo scorso 22 ottobre aveva chiuso una fase di crisi cominciata sin dopo l’elezione del sindaco Cosimo Cannito e culminata nel mese di agosto con le dimissioni, poi ritirate dal primo cittadino. Ora dopo un periodo di relativa tranquillità tutto sembra nuovamente in discussione anche se lo stesso Sabino Dicataldo ha provato qualche minuto dopo lo scioglimento della seduta a stemperare la tensione.
Erano giorni che all’interno della maggioranza si discuteva della gestione troppo autoritaria del sindaco Cannito anche se non manca chi ritiene che questa nuova fibrillazione sia legata ad una volontà di rimpasto. Le avvisaglie della crisi si erano avute già con episodi come lo scambio di battute tra il consigliere Rocco Dileo e i consiglieri Vincenzo Laforgia, Pino Rizzi, Ruggiero Dicorato, Adelaide Spinazzola, Luigi Dimonte, Sabino Dicataldo e Gigi Antonucci circa l’assegnazione a ditte non barlettane degli appalti per i numerosi cantieri presenti in città. Quelle schermaglie si sono poi trasformate in un dibattito interno che ha portato alla decisione della maggioranza, arrivata poche ore prima delle 16, di non presentarsi in consiglio. Ora il pallino del gioco passerà nelle mani del sindaco Cannito il quale si ritrova nuovamente nella posizione di dover sciogliere una matassa che probabilmente era stata districata solo in modo apparente. Le opposizioni dal canto loro tornano ad evidenziare la litigosità della maggioranza.