Nessuna firma sul verbale per l’avvio della cassa integrazione straordinaria e, contestualmente, l’apertura del dossier sul licenziamento collettivo. È questa la terribile piega che sta prendendo la vertenza Auchan, dopo il passaggio a Conad.
I sindacati non ci stanno: “Non è possibile accettare queste condizioni” dicono dalla Filcams Cgil Puglia. Nonostante il confronto, avvenuto lo scorso martedì dopo la task force regionale, si “vogliono ufficializzare gli esuberi senza assumere alcun impegno”, denunciano ancora dal sindacato.
Il passaggio a Conad prevede il trasferimento di 271 dipendenti con un esubero dichiarato di 130 unità. Le strade da percorrere potrebbero essere due secondo l’azienda: da un lato l’avvio della cassa integrazione straordinaria a rotazione per tutto il 2020, la clausola sociale per gli spazi che saranno affittati ad altri operatori e dall’altro l’esodo incentivato. Ma le parti sociali sottolineano che “non è stato detto né a chi saranno affidati gli spazi, né si sono quantificati gli importi per l’esodo incentivato e anche nel caso di ricollocazione all’interno del gruppo non ci sono numeri”. I dipendenti, dunque, sono pronti alla mobilitazione.
Tra i centri che destano maggior preoccupazione, ci sono i centri di Taranto e Mesagne con 354 dipendenti, ma ancor più complicato è il futuro della struttura di Modugno – con 141 dipendenti – che Conad ritiene non strategico che potrebbe essere ceduto ad un altro operatore, ma anche qui nessun impegno. Intanto, domani riaprirà dopo la ristrutturazione la sede di Casamassima, mentre il 12 febbraio tornerà a riunirsi la task force regionale: “Bisogna salvare il futuro di 766 famiglie”, concludono dalla Filcams Cgil Puglia.