BARLETTA – «Vogliamo solo tornare a lavorare, la nostra attività è estranea ai fatti». È questo il messaggio di dipendenti e collaboratori del Plaza, il locale di Barletta chiuso dalla Questura della BAT per 15 giorni dopo la colluttazione che si è verificata nella notte tra sabato 1 e domenica 2 marzo all’esterno del club, punto di riferimento della movida pugliese. Nella lettera inviata al sindaco Cosimo Cannito e alle autorità competenti, lo staff chiede che vengano presi in considerazione il lavoro dell’esercizio commerciale e le dinamiche dell’accaduto.

«L’episodio – si legge nella lettera – è nato da un diverbio avvenuto all’esterno e per questioni relative alla viabilità in corrispondenza della rotatoria di piazza Marina. I nostri addetti alla sicurezza, allertando le forze dell’ordine, hanno contribuito a scongiurare conseguenze più gravi».

I danni d’immagine e soprattutto commerciali incideranno economicamente sulle famiglie dei dipendenti, oltre che sulle casse dell’attività commerciale dopo l’acquisto di generi alimentari il cui utilizzo era previsto per gli eventi successivi ed inevitabilmente cancellati. La lettera del Plaza sottolinea questo aspetto, dicendo che «la sospensione della licenza per la presunta violazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza costringe tutti ad affrontare una situazione devastante per coloro che considerano il Plaza una seconda casa».

Dipendenti e collaboratori si dicono consapevoli dell’importanza di rispettare la legge e di tutelare l’ordine pubblico, ma chiedono anche di tenere in considerazione la posizione del locale, in modo da salvaguardare gli operatori del settore. La palla passa ad amministrazione comunale e autorità competenti.