Nell’area metropolitana di Bari “ci sono imprese sane che hanno scelto di dedicare la propria esistenza, la propria strategia aziendale, innovando”, ma “le scelte strategiche compiute dalle imprese in termini di innovazione registrano poca partecipazione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, i quali subiscono le scelte e le strategie aziendali”.
È l’esito della ricerca ‘Innovare insieme’, illustrato dalla segretaria Cgil Bari, Gigia Bucci. Lo studio è del Comitato scientifico della Fondazione Maierotti, condotto insieme a rappresentanti del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari, dell’Associazione Italiana formatori-Puglia e dell’Associazione Italiana Direttori del Personale-Puglia.
La ricerca ha coinvolto nove imprese: quattro di media dimensione e cinque grandi imprese (con più di 250 addetti, tra cui Acquedotto Pugliese), nei settori della meccatronica, dell’automotive, della farmaceutica, dei servizi online, alimentare e delle grandi utilities, per complessive cinquemila unità lavorative, per comprendere se sanno utilizzare al meglio un fattore decisivo: le persone.
Ma “l’indagine – ha evidenziato Gigia Bucci, segretaria di Cgil Bari – prova a capire anche quanto in termini di partecipazione le lavoratrici e i lavoratori siano coinvolti nel processo di innovazione”.
“L’esito della ricerca – ha concluso – non ci rassicura da questo punto di vista, specie perché non si investe abbastanza nell’attività di formazione che, spesso, si limita a quella standard sulla sicurezza e sull’aggiornamento professionale obbligatorio”.