Non si placano le polemiche e le accese discussioni a seguito del via libera dato, nei giorni scorsi, dal Ministero dello Sviluppo Economico, per l’autorizzazione delle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. Interessata da vicino la Puglia, con il Presidente della Regione, Michele Emiliano, che si è dichiarato sin da subito pronto a dar battaglia, per veder difeso il “nostro” mare.
Ma la vicenda trivelle è diventato un vero e proprio caso. Da una parte il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha dichiarato come sia al lavoro per inserire nel “decreto Semplificazioni” una norma per lo stop a 40 permessi pendenti con il fine di bloccare le trivelle. Dall’altro versante il vicepremier Luigi Di Maio ha sottolineato come le “ricerche di idrocarburi” fossero state già autorizzate dal Governo precedente e in particolare modo dal Ministro Galletti che aveva dato una Valutazione di Impatto Ambientale favorevole. “A dicembre, un funzionario del mio ministero ha semplicemente sancito quello che aveva deciso di fare il vecchio Governo- ha dichiarato Di Maio, ribadendo la propria contrarietà alle trivelle – Non poteva fare altrimenti”. E rivolgendosi al presidente della Regione Puglia, Di Maio ha poi aggiunto: “Sono contento che Emiliano abbia l’intenzione di impugnare queste autorizzazioni”.
A sollevare il caso era stato Angelo Bonelli, dei Verdi, denunciando come la ricerca del petrolio in mare con l’uso dell’air gun, con le bombe d’aria e sonore, potrebbe causare danni irreparabili ai fondali e alla fauna ittica.