L’applauso della folla fuori dalla cattedrale di San Severo all’uscita del feretro: è il giorno dell’ultimo saluto al maresciallo Vincenzo Di Gennaro, il carabiniere ucciso sabato scorso a Cagnano Varano mentre era in servizio. Una lunga giornata cominciata con la camera ardente nella sede del Municipio di San Severo, la città di Di Gennaro, dove migliaia di persone hanno reso omaggio al maresciallo maggiore dei carabinieri. Nel pomeriggio ad officiare la cerimonia funebre, in Cattedrale, l’arcivescovo Santo Marcianò, ordinare militare italiano.
Ed è lui nell’omelia ad evidenziare come il nostro Sud Italia viva una realtà triste: terra meravigliosa ma tradita da promesse perennemente irrealizzate di promozione sociale, di politiche di sviluppo, di novità imprenditoriali”. Parole forti pronunciate davanti al premier Giuseppe Conte, ai ministri della Difesa, Elisabetta Trenta e del Sud, Barbara Lezzi, al presidente della Camera, Roberto Fico, presenti al funerale insieme a tante autorità civili e alle più alte cariche militari.
Nella sua omelia monsignor Marchianò ha anche ricordato l’uomo, Vincenzo Di Gennaro, come una persona sempre disponibile verso tutti. Toccanti i due messaggi di amore letti dalla compagna, Stefania Gualano e dalla sorella del maresciallo ucciso, Lucia.
Sul fronte dell’inchiesta si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Papantuono, il 64enne arrestato sabato scorso immediatamente dopo aver sparato ed ucciso il maresciallo. Papantuono è accusato di omicidio, tentato omicidio aggravato dall’aver agito contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e porto e detenzione di una pistola. Il Gip, Marialuisa Bencivenga, ha convalidato il fermo e disposto la detenzione in carcere.