Caos mensa scolastica ad Andria: passano i giorni e si alzano sempre più le voci di dissenso e le accese polemiche, su più fronti, non accennano a placarsi a causa della imminente ripresa del servizio, con tariffe maggiorate. Ci sono genitori così che sono pronti a scendere in piazza, lunedì 14 gennaio, per un corteo di protesta tra le vie della città.

Ci sono famiglie, i cui figli frequentano la scuola “Don Bosco-Manzoni”, intenzionate a presentare istanza al Comune per non aderire al servizio offerto dalla ditta Pastore. Il rappresentante di istituto fa sapere come sino ad ora l’autogestione (con l’affidamento ad un servizio di catering esterno) abbia dato un ottimo risultato in termini del rapporto qualità/prezzo e come allo stesso tempo le tariffe della mensa scolastica comunale siano, al confronto, “davvero inaccettabili”. Ma  ad allarmare i genitori dei differenti istituti è una preoccupazione condivisa: le discriminazioni fra gli alunni. Alcune scuole, infatti, si sarebbero già attrezzate, adibendo aule per accogliere esclusivamente, all’orario del pranzo, i bambini che consumeranno il pasto da casa, separandoli così da quanti hanno optato per il servizio della mensa comunale.

C’è poi l’istituto comprensivo “Salvemini-Imbriani” che ha richiesto, alle istituzioni, una proroga per non far partire il servizio già lunedì 14 gennaio, in attesa di concordare, con le parti, una posizione da adottare. In città, insomma, il caos regna sovrano. A scendere in campo anche le differenti fazioni politiche. Dura la posizione del M5S con l’esponente pentastellato, Michele Coratella, che su Facebook l’ha definito testualmente “uno degli effetti tangibili del pre-dissesto in cui Giorgino e la sua maggioranza ci hanno portati”. Sul piede di guerra anche i gruppi di centrosinistra che hanno formulato richiesta affinchè possa essere celebrato un consiglio comunale monotematico incentrato proprio sulla tanto discussa vicenda mensa.