Un segno permanente sul viso. È quello che resterà ad una giovane donna marocchina, 25enne, sfregiata dal marito, un connazionale 44enne, che ieri è stato condannato a 10 anni di reclusione per tentato omicidio e ad un risarcimento di 50 mila euro.

La decisione è arrivata al termine dell’udienza, celebrata con rito abbreviato, presieduta dal GUP del Tribunale di Trani, Domenico Zeno.

Il 17 agosto di due anni fa l’uomo, in quella che sarebbe dovuta essere un nido d’amore, una casa nel centro storico di Canosa di Puglia, al termine dell’ennesima lite, colpì con un’arma da taglio la moglie: si era rifiutata di avere un rapporto intimo con lui e per questo la ferì alle mani e alle braccia – che aveva provato a usare come scudo – e le sfregiò il viso e un orecchio.

L’accusa aveva chiesto 14 anni di reclusione, ma il GUP non ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione.

La donna, all’epoca dei fatti 23enne, era stata soccorsa dal personale sanitario del 118 e trasportata all’ospedale ‘Bonomo’ di Andria, dove era stata sottoposta ad un delicato intervento di chirurgia plastica riportando però, danni permanenti al viso.

 

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