Queste parole pronunciate dal sindaco di Barletta Cosimo Cannito all’indomani delle nomina di Ruggiero Passero in quota lista Cannito ad assessore all’ambiente e di Michele Ciniero in quota Iniziativa democratica ad assessore alla cultura chiudono formalmente la crisi politica iniziata praticamente all’indomani delle elezioni dello scorso giugno.
Il travaglio prima di arrivare alla conclusione (o presunta tale) è stato lunghissimo ed è passato dalle dimissioni del primo cittadino lo scorso 6 agosto dopo la mancata elezione del presidente del consiglio comunale fino ad arrivare allo scontro frontale tra i 13 consiglieri lealisti e gli 8 dissidenti. Tale scontro era culminato 10 giorni fa con il rifiuto di una proposta di accordo recapitata dagli ormai ex dissidenti e rifutata dal sindaco e dai suoi fedelissimi. Ora però tutto sembra essere rientrato.
Ripercorrendo le tappe della crisi, Cannito ammette le proprie responsabilità alla base delle incomprensioni con gli 8 ex dissidenti.
Restano però alcuni nodi da sciogliere. Uno è quello relativo alla posizione da assegnare a Forza Barletta successivamente alle dimissioni dell’assessore Giovanni Ceto, l’altro è quello della presidenza del consiglio comunale, con il sindaco che lascia ancora aperte le porte alle opposizioni.
A proposito di opposizioni, dubbi sulla reale chiusura della crisi sono stati espressi dai consiglieri comunali del Movimento 5 stelle che in una nota congiunta con il senatore Ruggiero Quarto hanno parlato di “Crisi tutt’altro che risolta ed anzi sempre più grave” e dal consigliere di coalizione civica Carmine Doronzo che sui social ha parlato di “debolezza di un sindaco sempre ostaggio dei soliti noti”.