I titolari di depositi alla Popolare di Bari sono al sicuro. Meno gli azionisti, che verranno diluiti da una ricapitalizzazione che si prospetta massiccia.
Ma potrebbero contare su un ristoro delle perdite, se risparmiatori al dettaglio, aderiranno a una probabile transazione che libererebbe la popolare da un passivo oneroso e aiuterebbe la trasformazione in SPA. È questo il risultato alla terza tornata di audizioni alla Commissione Finanze della Camera sul decreto legge per il risparmio nel Mezzogiorno – il progetto che ruoterà attorno al Mediocredito centrale con l’acquisizione della Popolare di Bari e probabilmente di altre banche minori. La ristrutturazione dell’istituto, con un capitale distrutto da nuove, probabili perdite che verranno assorbite da un primo aumento di capitale ad opera del Fondo interbancario di tutela dei depositi, è prevista “entro la metà dell’anno”, ha spiegato ieri ai deputati presenti il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Una ristrutturazione, da parte de commissari, per ripristinare il capitale azzerato dai crediti deteriorati e probabilmente ulteriormente peggiorato facendo pulizia del maquillage contabile ad opera del precedente management. Poi toccherà a un ulteriore aumento di capitale che vedrà l’ingresso, accanto ai fondi citati, di altri investitori su cui puntano Bankitalia e Governo, con i commissari già alla ricerca.
Dall’audizione di Gualtieri emergono ostacoli alla versione inizialmente auspicata del piano: il rafforzamento del piano industriale, incrementando l’attivo con i crediti fiscali della Popolare di Bari ha “tempi incompatibili” con le esigenze dell’intervento e probabilmente vedrebbe il diniego di Bruxelles per aiuti di Stato. Ma i tecnici del Tesoro sono alla ricerca di “altre soluzioni” compatibili con le regole Ue.
Certo è che l’ingresso dei nuovi soci e la trasformazione in spa, premessa irrinunciabile per il pian industriale insieme alla conversione in legge del decreto, “comporteranno effetti di rilievo sia sul valore che sulle dimensioni della partecipazione degli attuali azionisti, mentre per i depositanti non si prevedono impatti, sono lieto di dare questo messaggio”, ha detto Gualtieri. “Si auspica, per gli azionisti attuali, che il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi possa considerare forme di incentivo a favore dei piccoli azionisti coniugata a strumenti di composizione delle controversie in corso”.
Federconsumatori chiede a gran voce forme di indennizzo, e valuta di costituirsi parte civile nei confronti degli amministratori della Bari. Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, promette battaglia sul tema delle imposte DTA e chiede “garanzie e rispetto” per i risparmiatori truffati. E resta da gestire il problema degli esuberi: non li accetteremo “a scatola chiusa”, spiega il segretario generale della Fabi Lando Sileoni. Pensionamenti e prepensionamenti dovranno essere negoziati su base volontaria, insomma. Alzando il livello delle risorse necessarie accanto a quelle per ripristinare lo stato patrimoniale della banca”.