Soltanto un anno fa stava vivendo la stessa avventura sulla panchina della Cavese, portandola dai playoff fino al ripescaggio tra i professionisti. 365 giorni dopo, l’obiettivo di Dino Bitetto non è cambiato: stavolta, però, dovrà tentare l’impresa con l’Audace Cerignola, che parte dalla stessa, fortunata base dei campani.

Gli ofantini hanno cominciato il percorso degli spareggi con il vantaggio del secondo posto conquistato in regular season. Dopo il Savoia, l’obiettivo del Cerignola è quello di battere anche il Taranto e accedere alla fase playoff nazionale, incrociando le vincenti degli altri otto gironi di Serie D. Il primo step di Bitetto è identico a quello vissuto con la Cavese nel 2018: secondo posto alle spalle di una squadra lucana, con il Picerno che ha sostituito il Potenza, e finale in casa contro il Taranto.

Per il Cerignola si tratterebbe del punto più alto della storia recente, per il tecnico barese di una nuova sfida come tante altre in passato. Affidarsi a Bitetto significa affidarsi ad un vincente, come dimostra l’esperienza di Cava de’ Tirreni ma non solo: Manfredonia ha conosciuto le sue doti da allenatore tra il 2004 e il 2005, quando vince due campionati di fila e porta i sipontini dalla D alla C1.

Ancor più calzante è l’esempio di Giulianova e Barletta, con cui ottiene due promozioni tramite playoff. Nel 1998 guida i biancorossi dall’Eccellenza alla Serie D, vincendo gli spareggi nazionali col Villa d’Agri. In Abruzzo, invece, conquista una C1 nel 2009, quando chiude al terzo posto e vince i playoff contro il Prato. Risultati importanti che addirittura oscurano il miracolo Melfi, che con Bitetto ha conservato la Serie C unica e si è qualificato alla Tim Cup nel 2015.

Se c’è una garanzia su cui far affidamento per la finale playoff del girone H, è sicuramente sulla panchina del Cerignola. Per la squadra dei Grieco, il cammino verso la Serie C passa dal match del Monterisi contro il Taranto: il curriculum di Bitetto vale una consistente dose di fiducia in vista di domenica.