C’è un forte senso di riconoscenza e non potrebbe essere altrimenti. Del resto, la stagione del Barletta è stata lunga ed emozionante, nonostante l’epilogo amaro nella semifinale playoff. La sconfitta di Nardò, però, ha rimesso tutto in discussione e proprio all’indomani della gara del “Giovanni Paolo II” il vaso di Pandora è stato definitivamente scoperchiato, lasciando una lunga scia di polemiche.
Una miccia già innescata da diversi mesi in realtà, con il post-Martina, forse, come “casus belli”. La pace armata tra una parte della dirigenza e mister Farina, dopo le polemiche del “Tursi”, ha permesso al Barletta di chiudere in maniera dignitosa la stagione. Successivamente, i vecchi dissapori sono venuti a galla e la bomba è definitivamente esplosa.
Procediamo, comunque, per gradi. Perché nella giornata di martedì, il presidente Mario Dimiccoli e il vicepresidente Francesco Divittorio avevano lasciato intendere di essere disposti ad ascoltare eventuali richieste. Qualche timido sondaggio c’è stato. I soli 15 giorni a disposizione per formulare una proposta di affiancamento o di acquisizione dell’intero pacchetto societario, in ogni caso, rappresentano inevitabilmente un ostacolo.
Nei giorni successivi, invece, è toccato ai calciatori tracciare un bilancio della stagione. Messaggi, affidati ai social, che non hanno diradato le nubi sul futuro: da Petta a Feola, passando per Loiodice, Milella, fino a mister Francesco Farina. Tutti hanno lasciato intendere di essere diretti verso altri lidi. Da qui la scelta, da parte del presidente Mario Dimiccoli, di cucire le bocche dei tesserati con un silenzio stampa che andrà avanti fino al 30 giugno.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco, la presa di posizione di Francesco Divittorio, che nella serata di venerdì ha preso le distanze dal silenzio stampa annunciato in mattinata. “La libertà di espressione è alla base della democrazia – le parole del vicepresidente – per questo motivo mi dissocio dalla nota diffusa che impone il silenzio stampa a tutti i tesserati dell’Asd Barletta 1922. Si tratta di un atto sofferto ma, allo stesso tempo doveroso”. In attesa di novità, la tifoseria biancorossa si prepara all’ennesima estate di sofferenza.