Senza stadio non c’è futuro. Uno filo invisibile lega due delle più grandi realtà del campionato di Eccellenza Pugliese, Barletta e Gallipoli. Sia nella città della Disfida che nella perla dello Ionio il destino delle squadre di calcio passa per la possibilità di riutilizzare i rispettivi impianti.
La vicenda legata allo stadio “Puttilli” di Barletta è ormai arcinota. Il maggiore impianto sportivo barlettano è chiuso dal maggio 2015 ed è tutt’ora oggetto di lavori di riammodernamento: dalla demolizione della vecchia struttura in cemento all’installazione di una nuova tribuna e di una struttura tubolare fino ad arrivare al rifacimento della pista dedicata a Pietro Mennea ed inaugurata nel novembre 2017 tanti sono gli interventi già avvenuti ma non ancora sufficienti per la riapertura. La possibilità più vicina a concretizzarsi è quella della “riapertura parziale” della tribuna con i suoi 1591 posti. Dopo una conferenza di servizio andata in scena nella scorsa settimana è arrivata la modifica del progetto finalizzato al raggiungimento di questo obiettivo, tanto che si attende la convocazione di un nuovo e forse decisivo incontro tra amministrazione, CONI e forza pubblica. Sullo sfondo resta una dirigenza dimissionaria ormai da 2 mesi e che nonostante vari rumors ha smentito categoricamente l’intenzione di voler proseguire la propria avventura. Solo la possibilità di avere a disposizione il “Puttilli” potrebbe attirare l’interesse di qualche investitore.
Dall’Adriatico allo Ionio, da Barletta a Gallipoli. Anche il destino della squadra giallorossa è indissolubilmente legato a quello dello suo impianto, l'”Antonio Bianco”. Nei giorni scorsi il presidente del club salentino Luciano Costantini ha lanciato l’allarme: qualora non si provveda con il rifacimento del manto sintetico del maggiore impianto cittadino, il titolo sportivo verrà consegnato nelle mani del sindaco. Esattamente come quella del “Puttilli” anche per il “Bianco” siamo dinanzi ad una questione annosa: il sintetico attualmente presente nell’impianto gallipolino risale al 2004, da allora non è più stato modificato tanto da risultare attualmente non idoneo all’utilizzo. Dopo una deroga di 3 anni, per la prossima stagione la FIGC ritiene necessaria quantomeno la presentazione di un progetto per l’adeguamento del manto, in caso contrario il “Bianco” non sarà omologabile. Se entro l’1 luglio la situazione non dovesse sbloccarsi, il futuro dei giallorossi sarebbe fortemente a rischio.