La procura di Bari comincia a fare ordine nell’inchiesta sui risparmiatori che hanno visto svalutare le proprie azioni nella Banca popolare di Bari. Lo fa accusando di truffa alcuni funzionari e i vertici dell’istituto di credito. Un caso tra i tanti riguarda una signora di 84 anni che ha acquistato titoli e ha visto svalutare il proprio capitale.
Secondo la procura la donna è stata raggirata da due funzionari che avrebbero approfittato della sua “situazione di vulnerabilità “, spingendola “ad acquistare prodotti finanziari illiquidi e a elevata rischiosità per 130mila euro”. Secondo gli investigatori i banchieri non “avrebbero sufficientemente informato il cliente dei rischi connessi all’acquisto dei titoli” e avrebbero truccato le carte manipolando “il questionario di profilatura del rischio della signora”. Avrebbero, quindi, “alterato le dichiarazioni sulle strategie di investimento della cliente” che prima era a favore della protezione del suo capitale e che, poi, si trovava con un investimento che portava a “forti oscillazioni di valore”. La teoria della Procura è la stessa della Consob che ha sanzionato per due volte l’intero Cda della banca, multe poi sospese dalla corte di Appello di Bari. L’inchiesta gira sulle azioni messe sul mercato a circa dieci euro quando Popolare, comprò sotto la spinta di Banca d’Italia, l’istituto Tercas. La magistratura sta indagando per capire se si è trattato di normali operazioni o se l’istituto ha truffato i risparmiatori. La banca, intanto, corre ai ripari, mettendo a disposizione un fido bancario da 350 milioni per finanziare prestiti personali a tassi vantaggiosi o mutui fino a 40 anni, con polizze a vita a carico della banca, per un massimo di 300 mila euro.