Una catena umana per dire “no alla trasformazione in Spa” e per “respingere al mittente l’iniziativa del Fondo interbancario” per il salvataggio della Banca Popolare di Bari: è quanto organizzato questa mattina dal Comitato indipendente degli azionisti dell’istituto di credito barese che hanno protestato nel capoluogo pugliese con un sit-in dinanzi la Banca d’Italia.
“Hanno stabilito uno stanziamento di 30 milioni di euro per gli azionisti che, facendo i conti, corrispondono a 0,18 euro ad azione a fronte degli oltre 9 euro che ci sono costate – spiega Saverio D’Addario, uno degli azionisti in protesta -. A queste condizioni non ci stiamo.
Servono almeno 800 milioni di euro per ristorare i 70mila azionisti truffati. Senza un accordo su un adeguato ristoro, voteremo no alla Spa”. I manifestanti, partendo dalla sede della banca di corso Vittorio Emanuele a Bari hanno formato la catena umana, legati uno all’altro dal nastro bianco e rosso, fino alla Banca d’Italia, dove hanno tenuto il sit-in con cartelli, fischietti e megafono. In testa alla catena ci sono due azionisti vestiti di nero in segno di lutto, con catene di plastica al collo e fiori.
“Stiamo celebrando il de profundis della banca”, dicono. Intanto, nella tarda mattinata di oggi si è tenuta una videoconferenza con i commissari, con i rappresentanti delle altre associazioni di azionisti. “La speranza è quella di avere qualche buona notizia”, concludono.