Erano veri e propri maghi del cartellino. Arrivavano a lavoro, timbravano e andavano via. Sono in otto, tutti dipendenti della Asl di Foggia, tra loro c’è anche un primario, in servizio in un paese della provincia, e un dirigente ora sospeso dal servizio.
La Guardia di Finanza, che ha arrestato i colpevoli con l’accusa di truffa nei confronti dell’azienda sanitaria locale, ha evidenziato – grazie a telecamere nascoste e ad una attenta attività d’indagine – come l’episodio più significativo dei casi di assenteismo dall’ospedale di San Severo è di un operatore tecnico specializzato che, dopo aver timbrato il cartellino, trascorreva intere giornate presso lidi balneari e non aveva nessun problema a pubblicare anche le foto delle sue ore di libertà sui social network.
C’è anche il primario del reparto di rianimazione che si allontanava da lavoro, per interi pomeriggi, per stare in giro in città o per tornare a casa: in alcune occasioni ha anche dichiarato di aver eseguito prestazioni specialistiche, ricorrendo alle ore di straordinario, per smaltire le liste d’attesa dei pazienti.
Se i nove indagati non potevano direttamente timbrare il badge provvedevano due complici nella truffa: colleghi addetti all’inserimento dei dati nel database che alteravano le informazioni delle attività di servizio contenute nel sistema informatico.
La truffa, stimata dalle fiamme gialle, ammonta a circa 80 mila euro. Le false attestazioni di presenza, pari a 5300 ore, risalgono anche al 2014.