Ricevevano una somma di denaro mensile, ma anche cestini natalizi ed elettrodomestici da un clan mafioso in cambio di favori fatti dall’interno della Stazione dei Carabinieri di Giovinazzo.
Sono finiti in manette, per questo, due appuntati dell’Arma dei Carabinieri – il biscegliese Antonio Salerno di 52 anni e il molfettese Domenico La Forgia di 51 anni – accusati, in concorso, di omettere o ritardare atti del proprio ufficio e di compiere atti contrari ai loro doveri, al fine di agevolare alcuni appartenenti all’articolazione locale del clan Di Cosola di Bari.
L’esponente del gruppo criminale, il 41enne Mario Del Vecchio, attraverso un commerciante ruvese, avrebbe indotto i due carabinieri a rivelare informazioni relative ad operazioni di Polizia Giudiziaria, in alcuni casi in merito alle indagini in corso.
I carabinieri rivelavano anche dettagli sui turni di servizio dei colleghi della Stazione e sugli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli nei confronti degli affiliati sottoposti ai domiciliari. In tre distinte occasioni, inoltre, sono stati consegnati anche documenti informatici e cartacei contenenti registrazioni e verbali di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia. La complessa attività di indagine è stata eseguita dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia. I due carabinieri, Del Vecchio e l’imprenditore finiti in carcere rispondono, a vario titolo, dei reati di partecipazione, organizzazione e concorso esterno in associazione mafiosa.
Il Pm ha anche avanzato la richiesta del sequestro preventivo di denaro e titoli pari a 282 mila euro per Salerno e 116 mila euro per La Forgia.