Per gli operai dello stabilimento ex Ilva non cambia la prospettiva dell’estate. La multinazionale siderurgica e mineraria ArcelorMittal ha confermato, davanti alle sigle sindacali, l’intenzione di procedere con la preannunciata Cassa Integrazione straordinaria per 1395 dipendenti, a partire dal prossimo primo luglio. Da parte loro, i sindacati hanno richiesto all’azienda un ripensamento e sono in attesa di essere convocati al Mise per un incontro istituzionale con il Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi di Maio.
“Abbiamo chiesto ad ArcelorMittal di rivedere la sua posizione – ha spiegato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella -. Abbiamo fatto un appello per evitare la procedura della cassa integrazione che non trova giustificazione, perché avrebbe gravi effetti negativi sui lavoratori e sulla città di Taranto”. L’azienda, definisce “difficile” la scelta che sarebbe “temporanea” e che non ha nulla a che vedere con gli accordi già presi. I margini per fare un passo indietro non sono ampi e i tempi per decidere sono strettissimi: i lavoratori confidano in un intervento del Ministero. Nove mesi fa l’azienda aveva presentato ai sindacati una crisi generalizzata dell’acciaio in tutta Europa: un quadro che, però, non basta per convincere i sindacati sull’indispensabile ricorso alla cassa integrazione. “Le difficoltà di mercato, potevano e dovevano essere risolte attraverso la mancata risalita della produzione, che era già prevista a sei milioni di tonnellate e si fermerà, invece, a cinque”, ha fatto notare il segretario nazionale della Fiom Cgil, Gianni Venturi.
Domani in città si apriranno gli incontri sul merito del provvedimento: per le parti sarà l’occasione di entrare nel dettaglio della situazione e provare a condividere un percorso.