ANDRIA – È scontro aperto in Consiglio comunale sull’aumento del canone patrimoniale per l’occupazione di suolo pubblico con dehors, passato da 106 a 200 euro al metro quadro. Durante la seduta del 31 marzo, l’assessore competente ha ammesso che l’incremento è stato calcolato prendendo a riferimento i canoni di locazione degli esercizi commerciali, sollevando un’ondata di critiche e accuse.
A guidare l’opposizione è stato il sindacalista Savino Montaruli (Unibat), che in aula ha definito l’aumento “ingiustificabile, sproporzionato e basato su presupposti paradossali”, rivendicando la correttezza delle proprie tesi e annunciando ricorsi alla giustizia tributaria e agli organi superiori.
“È la prova del fallimento di qualsiasi politica di sviluppo economico – ha dichiarato Montaruli –. Gli esercenti, che tengono viva una città altrimenti spenta, meritano rispetto e non un simile accanimento”. L’aula si è svuotata durante il dibattito, facendo mancare persino il numero legale, in quello che Montaruli ha definito “un lunedì nero” per l’amministrazione.
Secondo il sindacalista, la registrazione della seduta sarà la prova da portare davanti ai giudici per dimostrare la totale inconsistenza della misura. “Si chiuda questa esperienza politica – ha concluso – che ha fallito su tutti i fronti, danneggiando il tessuto produttivo e la dignità della città”.