Si è svolta questa mattina nell’auditorium “Baglioni” di Andria una nuova udienza del processo sul disastro ferroviario di Ferrotramviaria che, il 12 luglio 2016, costò la vita a 23 persone e il ferimento di altre 51 sulla tratta Andria – Corato. L’udienza si è svolta a porte chiuse, predisponendo collegamenti informatici all’esterno, mentre tutte le parti processuali e la Corte si sono riunite a debita distanza, secondo la normativa anticontagio.
La sessione è stata incentrata sulla deposizione di due consulenti del Pubblico Ministero, l’ingegner Fabrizio d’Errico e l’ingegner Roberto Lucani, entrambi esperti nell’incidentistica ferroviaria. La deposizione è stata basata sull’analisi dell’incidente dal punto di vista organizzativo e strutturale, sottolineando soprattutto il fatto che un sistema ricco di criticità, ha messo in evidenza l’errore umano.
A questo ha fatto seguito l’analisi dei convogli coinvolti. Il primo, di colore giallo, procedeva nella direzione Bari – Barletta, e solo due delle quattro casse sono rimaste integre, mentre le altre si sono disintegrate e sparse sul terreno. Dal numero e dalla dimensione variabile dei pezzi è emerso lo scarso assorbimento dell’energia sviluppata dall’urto.
Nell’altro convoglio, quello grigio-azzurro, che procedeva in direzione Barletta – Bari ha assorbito, invece, maggiormente l’urto: in questo caso sono rimaste integre tre delle quattro casse. Sul terreno sono state trovate grossi pezzi delle pareti laterali, la parte superiore del tetto e la parte del telaio e del pavimento. Distrutta, invece, tutta la parte frontale della cabina di guida. I due ingegneri D’Errico e Lucani hanno analizzato il sistema del Blocco Telefonico, il più antico per il distanziamento dei treni che avviene da uomo a uomo, diversamente da quanto accade dal Blocco Automatico.
Le prossime udienze sono convocate per l’8 e il 22 luglio prossimi.