Non furono solo gli ebrei ad essere deportati e a vivere gli orrori dei campi di sterminio nazisti. Ma anche, tra gli altri, i prigionieri politici, criminali, omosessuali, persone con problemi mentali, alcolisti e cittadini fedeli a minoranze religiose (ad esempio testimoni di geova e pentecostali).
Ognuno di loro aveva sul petto un distintivo con colori differenti che li distingueva per categorie all’interno dei campi di concentramento nazisti.
Sono le storie non ampiamente conosciute, quelle portate alla luce nella scuola “Baldacchini” di Barletta, con la mostra denominata “I colori dell’olocausto”.
“I colori dell’olocausto” una mostra che ha segnato e colpito profondamente i giovani studenti.