L’amministrazione Giorgino, appesa ad un filo, conoscerà il proprio destino mercoledì 17 aprile quando nel corso della massima assise comunale di Andria verrà messo ai voti il bilancio di previsione finanziario. La mancata approvazione del provvedimento, dopo la diffida del Prefetto, porterebbe infatti allo scioglimento anticipato del Consiglio e alla conseguente uscita di scena del Sindaco Nicola Giorgino.
Gli scenari saranno definiti a breve, dunque, dopo quanto accaduto nel corso della massima assise comunale del 29 marzo scorso, quando anche a causa del venir meno del sostegno da parte degli esponenti di Forza Italia, non si è potuto approvare il bilancio di previsione finanziario. Una spaccatura interna alla maggioranza che se non ricucita potrebbe rivelarsi, il prossimo 17 aprile, decisiva per segnare la fine anticipata dell’amministrazione Giorgino.
Gli azzurri hanno dichiarato, nei giorni scorsi, come difficilmente faranno un passo indietro.
Dura la risposta di una parte della maggioranza fedele al primo cittadino, a conferma dell’esistenza della frattura interna. “Riteniamo di avere il pieno mandato popolare, in quanto eletti, per rappresentare la volontà politica di proseguire lealmente il mandato amministrativo del Sindaco Giorgino”, hanno dichiarato i consiglieri comunali di “Noi con Salvini”, Benedetto Miscioscia e Stefania Alita che poi hanno sferrato un colpo agli azzuri: “Se Forza Italia intende proseguire su questa strada scellerata, crediamo che si creerà un solco con le altre forze politiche di centro-destra, non solo a livello locale, ma anche in ambito regionale. La Lega, infatti, farà quadrato attorno ad una amministrazione di una città capoluogo di provincia come Andria. Chi pensa di destabilizzarla o farla cadere, oltre ad assumersi una grande responsabilità nei confronti dei cittadini, ne dovrà rispondere anche politicamente nelle sedi opportune”.
Intanto prima della decisiva massima assise del 17, è in programma un’altra seduta fissata per lunedì 15 aprile e incentrata su tangenziale ovest e officina San Domenico (i due ordini del giorno, dei quali non si è potuto discutere a causa del rinvio del consiglio comunale del 3 aprile scorso). Differimento che è stato sempre il frutto della delicata situazione politica andriese e della crisi interna tutta alla maggioranza.