l’uomo è nato libero ma è in catene ovunque
è il pensiero del filosofo Jean-Jacques Rousseau riportato nel suo contratto sociale pubblicato nel 1762…
un pensiero di oltre tre secoli or sono ma pur sempre attuale considerando il perpetrarsi di tristi pagine di cronaca che all’alba del 21esimo secolo parlano ancora di morti, tante troppe di persone, uomini donne e soprattutto bambini che sperano di ritrovarsi in quello status quo della libertà originaria ma inciampano in un destino crudele e spietato
come nel caso più recente del giovane ragazzo del mali annegato durante uno dei dei tanti viaggi della speranza e ritrovato con cucita addosso la pagella scolastica
per lui un lascia passare importante nella società civile dove sperava di approdare ma con la quale è invece affondato portando con se sogni e speranze
a ricordarlo per sempre ci ha pensato il liceo classico socio psicopedagogico scipione staffa DI TRINITAPOLI che questa mattina ha dato vita alla cerimonia di posa della pietra d’inciampo opera dell’artista trinitapolese savino russo collocata nel cortile interno della scuola e dedicata proprio al giovane studente morto nel 2015 mentre cercava di raggiungere l’europa
Un’iniziativa questa nata dalla proposta che il centro di lettura globeglotter nella persona della professoressa antonietta d’introno ha fatto pervenire allo staffa e prontamente accolta da studenti, docenti e dal dirigente scolastico il prof.carmine gissi con l’auspicio che la lettura e lo studio possano diventare il vero lasciapassare per un mondo interculturale
per l’artista dell’opera savino russo quanto avviene oggi nel mondo è frutto della mancanza di simmetria, e potrebbe essere spiegata attraverso la legge della termodinamica
nel corso della giornata l’incontro poi con scrittore afgano gholam najafi autore del tappeto afgano in cui attraverso 16 racconti riporta storie di donne, di infanzie, di amicizie, di difficoltà e di piccole gioie che, come fili intessuti, tracciano la trama dell’Afghanistan, “terra aspra e un non sempre morbido tappeto”,
l’occasione per parlare di accoglienza e integrazione come ha evidenziato anche don michele caporusso della parrocchia beata maria vergine ricordando quanto è importante tendere una mano a chi è meno fortunato di noi