Contro quella che definiscono una gestione inconcludente dell’emergenza Xylella che ha devastato milioni di ulivi in Salento”, chiedono le dimissioni dell’assessore regionale all’algricoltura leonardo di gioia, le associazioni degli agricoltori che questa mattina, hanno manifestato davanti all’ufficio provinciale di Lecce con trattori, motoseghe, pale meccaniche e cumuli di legna di ulivi contagiati denunciando “i ritardi inaccettabili della burocrazia regionale e chiedendo interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e decreti senza impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto
“Sentire ancora una volta, hanno evidenziato i rappresentanti di coldiretti, che l’assessore di gioia non ha la forza di far emanare il decreto Emergenze che preveda precise deroghe all’espianto nell’area infetta è una vergogna,a ciò si aggiunge il non aver ancora inviato la richiesta di declaratoria di calamità naturale per il 2018 a beneficio delle aziende colpite da Xylella.
L’assessore di gioia proprio da lecce dovequesta mattina ha partecipato alla conferenza stampa sulle questioni legate alla Xylella Fastidiosa ha ribadito l’impegno della Regione Puglia “che è l’unico ente , ha detto, che sta lavorando su questa materia sul territorio, e ha pertanto richiamato il mondo agricolo “alla responsabilità dell’unità di intenti, superando le divisioni.
A chiedere invece un intervento immediato da parte dell’unione europea e del governo centrale prima ancora di quello regionale è agrinsieme puglia, il coordinamento che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ricorda come”Ad oggi ci sono oltre dieci milioni di piante infette, cifra che moltiplicata per un costo di abbattimento e reimpianto pari a circa 150 euro ad albero, dà un’idea della gravità dei danni causati all’olivicoltura”.
“Dopo le prime parziali misure contenute nel dl Emergenze – aggiunge l’associazione – chiediamo maggiori risorse che permettano agli agricoltori di coprire i danni causati dall’epidemia, attraverso un piano di durata pluriennale che consenta di affrontare anche la questione degli abbattimenti e dei reimpianti”.
“Servono poi – prosegue – una vera semplificazione burocratica, lo stanziamento di nuove risorse del Psr da destinare alla ricerca e ai reimpianti, e l’attivazione di tutte le pratiche previste nella zona cuscinetto anche nella zona infetta”.
“Chiediamo inoltre, durante la fase di conversione in legge del decreto Emergenze – evidenzia Agrinsieme – una correzione per chiarire, fra l’altro, come le misure di abbattimento contenute nel provvedimento potranno portare a un effettivo snellimento delle procedure”.