A Molfetta i 33 rintocchi delle campane della chiesa del Purgatorio, ricordano che allo scattare dell’ora prima del mercoledì delle ceneri inizia il periodo quaresimale.
Parte così con un silenzio surreale, nonostante la fiumana di gente intervenuta sul sagrato del tempio sacro, la solenne Orocessione della Croce. Un rituale tutto molfettese che ebbe inizio nel lontano 1885 per volere di Mauro Picca, gentiluomo religioso, devoto confratello dell’Arciconfraternita di S.Stefano del Sacco Rosso.
E ad oltre un secolo di distanza, il rito si ripete con la stessa partecipazione e la stessa infinita devozione che lega il popolo della fede ad una tradizione che nel cuore della notte sveglia le genti, ricordando che è tempo di austerità, di astinenza e preghiera, per preparare al meglio lo spirito alla Santa Pasqua
Così il borgo antico di Molfetta pullula di gente che segue la grande Croce lignea portata in processione da un confratello incappucciato dell’Arciconfraternita della Morte del Sacco Nero. Ai lati due portatori recano ciascuno un’asta con alla sommità un lume acceso.
Un momento intenso scandito dalle note sommesse della bassa banda. Tamburi, tromba e flauto, in un ensemble di suoni mesti e compìti che richiamano alla solennità del momento. E’ il complesso del “titè” vero e proprio richiamo del periodo quaresimale.
A presiedere la via crucis il Padre Spirituale dell’Arciconfraternita don Ignazio Pansini, accompagnato dai confratelli e fedeli, che recitano preghiere intonando, il Vexilla Regis, prima dell’incombere del buio e del silenzio.
Una tradizione che si perde nella notte dei tempi e che resiste al passare inarrestabile degli anni, ai cambiamenti della società, alla modernità che avanzata con passi sempre più prepotenti ed incalzanti. Ma nulla può contro il legame forte ed indissolubile tra la comunità molfettese ed i suoi riti più antichi che si tramandano di padre in figlio.
La processione della croce è una di quelle, che anno dopo anno rafforza la sua portata, annovera nuovi fedeli, infiamma d’amore il cuore della comunità molfettese