Per l’opposizione, in Consiglio Comunale, il Caso Censum è chiuso. Le responsabilità politiche sono dell’attuale amministrazione comunale di Terlizzi accusata di aver lasciato cadere nel dimenticatoio e nel silenzio la vicenda giudiziaria, negli anni. A dichiararlo è il consigliere comunale del Pd, Michele Grassi, all’indomani della massima assise infuocata celebrata per approfondire proprio il Caso Censum dopo la sentenza, nel processo di primo grado, che ha stabilito la condanna per peculato per Vito Redavid, già presidente del consiglio di amministrazione della società che si occupava della riscossione dei tributi di Terlizzi e di Francesca Panzini, dirigente del settore finanze della città dei fiori. Una seduta quella del 27 febbraio, convocata dopo quella del 22 gennaio scorso, nel corso della quale si era affrontato lo stesso tema, ma in quell’occasione l’opposizione ritenne di non avere a disposizione sufficienti documenti.
E oggi è il consigliere Michele Grassi a soffermarsi sull’analisi degli stessi atti, questa volta, consultati. Per l’esponente del Pd le responsabilità politiche sarebbero del Sindaco, denunciando una presunta sua scarsa tutela nel salvaguardare gli interessi della città.
“Il Comune non si è costituito parte civile contro la dirigente”, ha denunciato Michele Grassi che poi si è voluto soffermare anche sugli scenari odierni e futuri.
“A seguito del caso Censum la macchina comunale è completamente decimata- ha proseguito il consigliere comunale Grassi, intervistato telefonicamente- non abbiamo più il dirigente dell’ufficio tecnico, non abbiamo il dirigente dei servizi finanziari e contenzioso, esiste solo il segretario comunale”.