“La questione dell’annullamento della gara non è finita”. Il vice premier Luigi Di Maio non chiude la vicenda della gara per la cessione dell’Ilva. Ma sale il pressing delle parti sociali, dal presidente di Confindustria alla numero uno della Cisl: il nodo sia sciolto – dicono – e venga presa una decisione in fretta. Il governo prosegue l’esame del dossier. Ora è sul tavolo del ministero dell’Ambiente. La nuova scadenza è fissata al 7 settembre e solo dopo, a decisioni prese, sarà tolto il velo e pubblicato il parere dell’Avvocatura dello Stato. Sono trentacinque pagine che l’ex Ministro Carlo Calenda, considerato da Di Maio il responsabile politico del “delitto perfetto”, vuole leggere prima e per questo ha detto che chiederà l’accesso agli atti.
“Lo Stato sta tornando a fare lo Stato”, afferma Di Maio su un post nel quale assicura: “Non molleremo. Stiamo perseguendo con ogni sforzo l’interesse pubblico. Restituiremo l’aria pulita a Taranto e un lavoro senza angoscia”. Ad horas dovrebbe arrivare dal Mise una convocazione a sindacati e azienda. “Se i sindacati non ci vanno è una responsabilità che si assumono i sindacati”, aggiunge Di Maio riferendosi in particolare allo scetticismo di Marco Bentivogli, il segretario della Fim Cisl. Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia fanno pressione sul governo perché si vada avanti sulla trattativa sindacale senza altri indugi.
“La gara è valida, l’interlocutore è serio. Bisogna pensare al bene dell’Italia e dell’azienda” dichiara la Furlan. In vista della trattativa sindacale si contano e ricontano i numeri dei dipendenti di Ilva in Amministrazione Straordinaria, che grazie a pensionamenti e uscite continuano a diminuire. Al 30 giugno questi sono scesi a 13.522 (dai 13.563 del 31 marzo) di cui 2.367 in cassa integrazione. Questo significa che attualmente nel gruppo Ilva lavorano 11.155 effettivi. Cifra dalla quale i sindacati difficilmente arretreranno. C’è poi l’altro aspetto della liquidità disponibile. Di fatto l’amministrazione straordinaria è già in perdita: a settembre alla voce fabbisogno cassa è scritto “zero” e si stima che ad ottobre saranno necessari 41 milioni per mandare avanti l’attività.