In serie D c’è una Puglia al comando. Il Taranto nel girone H ed il Bari nel girone I sono il manifesto di un movimento, quello calcistico pugliese, che in quello che un tempo era chiamato campionato interregionale sta trovando il suo massimo compimento.
Evidenti però sono le differenze tra i due primati. Nel girone I quello del Bari è una conseguenza quasi naturale del blasone e della squadra allestita dal patron De Laurentiis sulle ceneri del fallimento con la volontà di tornare subito tra i professionisti.
Calciatori del calibro di Brienza, Floriano, Neglia, Simeri e tanti altri ancora hanno fatto sin da subito la differenza ponendo i biancorossi nella condizione di disputare un campionato a parte. I 52 punti conquistati frutto di 16 vittorie, 4 pareggi ed una sola sconfitta (arrivata peraltro dopo 19 turni) tengono la squadra di Cornacchini saldamente al comando con l’opportunità di chiudere definitivamente la pratica già domenica pomeriggio a Torre del Greco quando sul campo della Turris, seconda e distante 12 punti, ci sarà la possibilità di sferrare il colpo decisivo agli avversari più ostici.
Ben più travagliato e soprattutto incerto è il primato del Taranto. I rossoblù dopo la vittoria nel recupero contro il Bitonto si sono ritrovati in vetta anche in virtù della gara in meno del Picerno che a sua volta recupererà il 6 febbraio la sfida contro il Nola: ciò non toglie però che il risultato raggiunto renda merito ad una rincorsa cominciata da ottobre.
Quattro mesi fa, era il 28 di ottobre, i rossoblù finivano k.o. allo “Iacovone” contro la Fidelis Andria perdendo un primato appena conquistato e vedendo riapparire su di se gli spettri dell’ennesima stagione di delusioni.
Dal fallimento del 2012 infatti i rossoblù a parte la parentesi del 2015-2016 che portò al ripescaggio in una Lega Pro amaramente persa l’anno successivo, non sono riusciti a tirarsi fuori dalle paludi della serie D creando nell’ambiente un’aria di tensione quasi costante. In questa stagione però qualcosa sembra cambiato.
Da quel 28 ottobre la squadra di Panarelli è inciampata solo a Nardò un mese dopo ed ha coronato la sua rincorsa con un settebello di vittorie nelle quali sono incastonate le gemme con Cerignola e Bitonto due avversarie dirette sulla strada del tanto sospirato ritorno tra i professionisti.