Ore ridotte al minimo, psicologi che si ritroveranno senza lavoro, livelli di assistenza sempre più bassi.
L’oggetto del contendere è la revoca delle ultime modifiche al regolamento che disciplina l’organizzazione dei centri diurni: il diritto alla salute risulta, così, sempre più compromesso e il presidente dell’Ordine degli Psicologi, Antonio Di Gioia, lancia l’appello a medici, infermieri, e professionisti della sanità per scendere in piazza: “Non siamo disposti ad accettare queste scelte passivamente e se la lingua compresa dalla regione è quella delle manifestazioni, lo faremo anche noi”.
La data prevista potrebbe essere quella del 18 febbraio, giorno del trentennale della legge 56, che nel lontano 1989 ha istituito la figura dello psicologo.
“Ci siamo messi sempre a disposizione delle istituzioni ogni qualvolta c’è stato bisogno di noi – ha continuato Di Gioia – ma dobbiamo prendere atto che è una disponibilità unidirezionale. Le istituzioni sono sorde ai nostri appelli. Dal direttore generale del Policlinico aspettiamo una convocazione ormai da mesi, da quando cioè abbiamo denunciato l’ormai quasi scomparsa del servizio di psicoterapia dal più grande ospedale di Puglia. Una denuncia non soltanto nostra, ma anche da parte di chi, con grande spirito di abnegazione, continua a lavorare in perfetta solitudine”.
La carenza di psicologi non riguarda, però, solo il Policlinico, ma tutti gli ospedali, i distretti, i centri di salute mentale, i dipartimenti, la rete di emergenza ed il servizio 118, ovunque dovrebbe essere garantita l’assistenza psicologica di base.
“Sono prestazioni obbligatorie e dovute ai cittadini, la Regione quindi non può scegliere se offrirle o meno: se non lo fa, si deve assumere le proprie responsabilità”, ha concluso.