Da una parte la comunicazione della Prefettura di Barletta-Andria-Trani, dall’altra gli ulteriori rilievi della Corte dei Conti per i bilanci degli anni 2013, 2014 e 2015. E’ stretta tra due fuochi l’Amministrazione Giorgino ad Andria, alle prese con una delicata situazione finanziaria (c’è un disavanzo accertato di undici milioni di euro) ed una scadenza che potrebbe diventare decisiva. Il prossimo 29 agosto, infatti, il Consiglio comunale dovrà necessariamente approvare il bilancio con il disequilibrio di undici milioni di euro, ma anche i provvedimenti necessari al ripristino del pareggio. Invito perentorio arrivato dalla Prefettura della Bat che riapre il dibattito sul cosa fare per l’Amministrazione Giorgino.
Il sindaco ha sempre dichiarato di voler far ricorso al piano di rientro ma solo se, nei trenta giorni successivi all’accertamento del disavanzo, non si trovino altre soluzioni per ripristinare il pareggio. Una applicazione alla lettera della diffida inviata dalla Prefettura, invece, obbliga il consiglio comunale ad approvare contestualmente alla delibera con la quale si dovrebbe accedere al cosiddetto piano di rotazione. In pratica il Comune di Andria dovrà dichiarare il pre dissesto, così da poter spalmare sui prossimi trent’anni.
Con la Prefettura che nella sua comunicazione è perentoria: se non si adottano i provvedimenti conseguenti al riequilibrio di bilancio, si avvierà la procedura di scioglimento del consiglio comunale. Intanto dalla Corte dei Conti, nella giornata di lunedì, è arrivata una nuova relazione con una serie di rilievi relativi ai bilanci del 2013, 2014 e 2015: nel documento di evidenzierebbe che i bilanci in questione conterrebbero voci in entrata (quelli, probabilmente, relative al contenzioso con Italagas per gli anni dal 2006 al 2012) alle quali non sarebbe corrisposto nessun introito. Il sindaco, Nicola Giorgino, sulla vicenda è stato convocato presso la Corte dei Conti il 28 settembre prossimo.