“Erano tecniche di contenimento” e non maltrattamenti
Si sarebbero giustificate osì nell’ambito delgli interrogatori di garanzia dinanzi al gip del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista, tre delle quattro maestra ed educatrici della struttura per ragazzi autistici a noicattaro, in provincia di Bari arrestate sabato 12 gennaio dalla magistratura barese,e poste ai domiciliari.
Un’altra educatrice i è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Il loro scopo ovvero lo scopo dei loro metodi poco convenzionali,mmortalate in registrazione audio/video,come tirate di capelli, schiaffeggiamenti, ragazzi legatialle sedie, con bocca e naso occlusi con fazzoletti e bloccati contro il muro i sarebbero stati semplicemente un modo per calmare gli stessi pazienti
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal pm Michele Ruggiero, che si è avvalso anche della consulenza tecnica di uno psichiatra.sono partite dopo la denuncia di una dipendente dell’Istituto Sant’Agostino di Noicattaro, un centro privato convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, che ha riferito ai carabinieri di avere assistito a ripetuti comportamenti violenti e vessatori nei confronti dei piccoli cominciati almeno dal 2016.
Nella suola sono state quindi messe le telecamere che hanno documentato in un mese almeno cento episodi di maltrattamenti nei confronti di nove bambini tra i sette e i 15 anni.
I piccoli venivano legati alle sedie con le braccia bloccate dietro la schiena e messi a tacere quando urlavano e piangevano.
Le educatrici pigiavano fazzoletti sulla loro bocca fino quasi a bloccargli il respiro. Gli inquirenti hanno immortalato episodi di bambini spinti contro il muro o bloccati tra il muro e il banco, altri bambini con la testa pressata sul pavimento.
Dalle immagini si vede che le insegnanti li bloccavano immobilizzandoli per poi legarli o tappargli la bocca.
Le intercettazioni audio nei bagni della struttura hanno documentato il suono di schiaffi sulla pelle nuda e i pianti dei piccoli e poi numerosi episodi di minacce e insulti.
I piccoli vessati sono affetti da gravi forme di autismo e quindi in molti casi non erano nemmeno in grado di comunicare le violenze subite.
Una mamma ha raccontato di avere notato dei segni sulle braccia di suo figlio e quando ha chiesto spiegazioni le è stato risposto che era caduto.
Un episodio, l’ennesimo di questo tipo che ha scosso particolarmente l’opinione pubblica, e portato il ministro salvini a ricopnfermare l’impegno temperstico per dotare asili e case di riposo di telecamere interne