Sono ore frenetiche con incontri e riflessioni, visto che al termine del 26 agosto manca ormai davvero poco: per il sindaco di Barletta Cosimo Cannito che entro domenica dovrà ritirare o confermare le dimissioni è arrivata l’ora della verità. La situazione sul tavolo del primo cittadino è praticamente la stessa che ha originato le dimissioni arrivate il 6 agosto al termine del consiglio comunale: la mancata elezione del presidente del consiglio e la spaccatura della sua maggioranza. Da una parte ci sono gli 8 consiglieri cosiddetti dissidenti (Ruggiero Dicorato, Pino Rizzi e Adelaide Spinazzola della Lista Cannito, Massimo Spinazzola di Scelta Popolare, Giuseppe Losappio di Forza Barletta, Vincenzo Laforgia di Barletta Attiva e i 2 di Iniziativa democratica Luigi Dimonte e Antonello Damato) e dall’altra i 12 consiglieri cosiddetti lealisti (Giuseppe Bufo della lista Cannito, Michele Maffione di Scelta Popolare, Stella Mele di Forza Barletta, Rosa Tupputi e Sabino Dicataldo della Buona Politica, Ruggiero Marzocca di Barletta attiva, Riccardo Memeo  e Luigi Antonucci di Noi con Barletta, Salvatore Lionetti di Lealtà e Progresso e Rocco Dileo di Insieme per Barletta).

Proprio questi ultimi questa mattina, sino sono riuniti a Palazzo di Città con il sindaco per decidere una volte per tutte quale atteggiamento assumere nei confronti degli 8 dissidenti. Dalla riunione sarebbero emerse posizioni discordanti. Consiglieri come Memeo e Antonucci di Noi con Barletta o Sabino Dicataldo della Buona Politica sembrerebbero più disposti alla trattativa spinti in tale direzione sia dal consigliere regionale Francesco Ventola che dall’europarlamentare Raffaele Fitto (segnalato in dialogo con Emiliano per le regionali). Altri, invece parrebbero meno disposti ad ascoltare le proposte degli 8 in quella che a loro parere più che una trattativa sta diventando una sorta di ricatto. Gli otto consiglieri dissidenti avrebbero messo a punto la loro proposta con la quale chiederebbero la presidenza del consiglio, due assessorati e la presidenza della Bar.sa.

Con la proposta sul tavolo della trattativa, toccherà ai tredici consiglieri “lealisti” formulare la risposta. Nel caso a prevalere fosse la linea dell’apertura la trattativa continuerebbe nel segno di una ricomposizione della maggioranza, al contrario invece si andrebbe verso una definitiva rottura. E se la seconda ipotesi vincesse sulla prima, tornerebbe d’attualità la possibilità di assegnare la presidenza del consiglio alla minoranza (in tal senso si registra l’apertura del consigliere PD Antonio Divincenzo). In attesa degli eventi delle prossime ore il tempo scorre e nulla si può escludere, nemmeno la clamorosa fine anticipata della consiliatura a poche settimane del suo avvio.